Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un continuo pressing mediatico da parte del Coni e di vari esponenti del mondo sportivo sul grave rischio che correva il nostro Paese di essere presente alle Olimpiadi di Tokyo in modo umiliante, senza bandiera né inno, dato che era in dubbio la reale autonomia del Coni in rispetto alla Carta Olimpica.
Il Governo Conte 2, nell’ultima riunione di Consiglio, ha approvato il decreto per risolvere questa situazione, e deliberare l’autonomia del CONI, riconoscendo un contributo di 45 milioni di euro annuali, una discreta pianta organica e la presa in carico di alcuni immobili .
Certamente il decreto così come approvato non era quello che il Presidente del CONI Malagò voleva: non è un mistero che l’obiettivo era quello di tornare alla situazione di alcuni anni fa, alla totale autonomia del Comitato Olimpico con la CONI spa, una pianta organica che in passato aveva anche superato diverse centinaia di dipendenti.
Il Consiglio dei Ministri ha scelto una risposta chiara ed idonea, per scongiurare qualsiasi rischio di vedere il nostro Paese penalizzato alle prossime olimpiadi di Tokyo. Chissà se il Consiglio del CIO del 27 Gennaio scorso, l’ultimo di questo mandato di Thomas Bach prima delle nuove elezioni, avrebbe mai deliberato di togliere questa possibilità al nostro Paese: molti sono i dubbi in merito , specie se si pensa alle decisioni del CIO che riconosce Comitati olimpici di Paesi che non hanno nulla di democratico e trasparente.
A scanso di equivoci e per fermare questa incredibile querelle, la risposta per ribadire l’autonomia del CONI doveva essere data e bene ha fatto il Consiglio dei Ministri a deliberare in merito .
Lo sport del nostro Paese ha bisogno di tanto altro.
Siamo in una emergenza straordinaria e non possiamo dimenticare che lo sport è fermo da mesi, gli impianti sono chiusi e sono ferme la stragrande maggioranza delle attività sportive, con il conseguente rischio che spariscano moltissime associazioni e società sportive. Servono finanziamenti pubblici, dare ai Comuni e ai gestori le risorse per sostenere i costi degli impianti sportivi e delle Associazioni, per resistere a questa situazione e progettare la ripresa che sarà molto lenta e faticosa.
Occorre valutare i decreti dello sport e avanzare proposte per la governance dello sport che ancora manca. E’ indubbio che occorre delineare il ruolo tra i vari soggetti , tra CONI, la Società “Sport e Salute “, il Dipartimento dello Sport, con un obiettivo chiaro: la promozione sportiva.
Soprattutto dobbiamo chiederci cos’è lo sport e qual è la nostra cultura sportiva.
Non si tratta solo di medaglie, di grandi eventi e performance di alto livello, anche se è innegabile che siamo tutti contenti ed orgogliosi quando i nostri atleti salgono sul podio . Ma lo sport non è solo questo e non sono di certo solo le Olimpiadi quelle che spingono ragazzi e ragazze a lasciare i video, le chat e praticare una qualche attività sportiva. Dobbiamo guardare con obiettività i risultati ottenuti, il numero dei praticanti, la diffusione delle diverse attività sportive, la promozione di stili di vita attivi e corretti, le risorse pubbliche investite.
Possiamo chiederci se il sistema sportivo che abbiamo è in grado di dare le risposte necessarie, se occorrono più risorse e dove destinarle, verificando obiettivi e risultati.
Nel nostro Paese il CONI è un ente che ha personalità giuridica di diritto pubblico a cui lo Stato ha delegato per tanto tempo tutto ciò che riguarda lo sport; è la Confederazione delle Federazioni e delle Discipline sportive associate, sottoposto alla vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Gestisce risorse pubbliche ed è sottoposto, anche nella sua casa autonoma, a verifiche e controlli, è un Ente autonomo ma non indipendente
Il compito dei Comitati Olimpici è quello di preparare alla competizione olimpica e di livello, come succede nella stragrande maggioranza dei Comitati Olimpici di altri Paesi, strutture molto più leggere con meno dipendenti rispetto ai 165 previsti per Il CONI. Certamente occorre capire quali siano le funzioni, cosa devono fare queste persone e perché in altre realtà i numeri sono così diversi.
Le funzioni del Comitato Olimpico Italiano non finiscono qua. E’ il CONI che riconosce e deve vigilare sui vari soggetti che possono organizzare e promuovere sport, dalle Federazioni alle Discipline, agli Enti di Promozione sportiva, in una miriade di soggetti che a volte promuovono attività, affiliazioni e tesseramento con modalità discutibili. Occorre anche qui fare chiarezza e impostare finalmente quel controllo che da troppo tempo manca e fermare chi non si muove in modo corretto. Inoltre è sempre il CONI che stabilisce quali siano le discipline sportive, riconosce quindi chi può accedere o meno alle agevolazioni fiscali : tanto per intenderci lo yoga non è una disciplina sportiva riconosciuta mentre lo è la morra, gioco che è considerato d’azzardo. Forse occorre rivedere alcune cose ed essere più vicini alla pratica sportiva reale.
Certamente grande importanza alle medaglie, nelle ultime 3 edizioni delle Olimpiadi ci attestiamo alla 9° posizione, dato che il CIO prende in esame le medaglie d’oro e non il numero totale dei podi. Già diversi i dati delle Olimpiadi invernali che nelle ultime edizioni hanno visto l’Italia oscillare tra la 22° e la 12° posizione.
Ma lo sport non è solo questo, in un Paese che , ricordiamo, conta circa 24 milioni di italiani sedentari, con diseguaglianze territoriali, sociali e culturali incredibili e gravi conseguenze per la salute; inoltre lo sport di base è a carico delle famiglie e che le risorse sono troppo incentrate solo sul prestazione e risultati, con circa il 95% delle risorse assegnati Federazioni e DSA , mentre il 5% alla promozione degli Enti.
Occorre modificare questa situazione e la strada che si è intrapresa anche con il ruolo di Sport e Salute porta certamente dei possibili cambiamenti. Si tratta di una società per azioni a partecipazione statale che ha assorbito la CONI Service a fine 2018 ed ha il compito di lavorare per la promozione dello sport, assegnando le risorse per le Federazioni, Discipline sportive Associate e per tutti i diversi soggetti sportivi. Sono oltre 408 milioni di euro stanziati dal Ministero delle Finanze per il mondo sportivo: fino al 2018 i fondi erano stanziati al CONI, dal 2019 40 milioni al CONI (già portati a 45) e 368 milioni che forse andranno ridotti dalla dotazione a Sport e Salute.
Parliamo di soldi pubblici: occorre verificare come sono investite ed utilizzate queste risorse e cercare di capovolgere quei dati, coinvolgere sempre più persone nella pratica sportiva .
Guardiamo a questi aspetti, aiutiamo il sistema sportivo del nostro Paese ad essere più trasparente; come forza politica abbiamo il compito di chiedere al Governo di condividere obiettivi e di controllare, verificare. Chiediamo al sistema sportivo, a partire dallo stesso CONI di aprirsi, di portare cambiamenti e predisporre una autoriforma anche per quanto i percorsi di elezione e di mandati dei gruppi dirigenti che tanto han fatto discutere nei mesi scorsi. Cambiare si può, si deve ! Controlliamo, partiamo dai grandi eventi che nei prossimo anni si svolgeranno sul territorio nazionale e che impegneranno milioni di risorse pubbliche. Le Olimpiadi invernali Milano Cortina sono una grande occasione per dimostrare che si può gestire in modo sostenibile le risorse e l’ambiente, programmando impianti in modo utile e senza costruire cattedrali nel deserto .
Come Partito lavoriamo per un programma, per lo sport democratico, per mettere al centro delle politiche pubbliche non solo gli atleti che partecipano alle olimpiadi o che competono ai massimi livelli, ma soprattutto la pratica sportiva per tutti e per tutte. Per una diversa cultura dello sport.
Chiaro e preciso il quadro della situazione. Per i “desiderata” invece è mia opinione che al vertice venga prima sostituito un certo Malagò: sfido chiunque ad associare al suo nome nient’altro che grandi eventi.
Tanto per riprendere l’articolo, lo sport finora pare sia stato concepito considerando gli italiani solo come tifosi e non come sportivi.
Mentre in realtà lo Sport per tutti, quello con la esse maiuscola deve essere qualcosa di molto più capillare e che punti ad un connubio tra movimento e salute; questo non garantisce visibilità, certamente, ma ci guadagneremmo tutti. Non solo alcuni…
finalmente il Partito democratico si occupa di sport , da sportiva mi si apre il cuore leggere una posizione chiara , competente sullo sport. Lo sport non è figlio di un dio minore ma uno straordinario strumento che aiuta a formare la persona e il cittadino. Troviamo il modo di sostenere l’attività di migliaia di piccole società di base , sono indispensabili .