Dalla Libia a Patrick Zaki. Caro Enrico, caro segretario, ti scrivo

Caro Segretario,
Nel tuo discorso in Assemblea Nazionale il giorno in cui sei diventato Segretario del Partito Democratico tra i passaggi più riusciti c’è stato sicuramente quello che parlava della necessità di essere una comunità in grado di tenere insieme anima e cacciavite.
Oggi è a quell’anima che faccio appello su due questioni che possono dire molto su che partito siamo e vogliamo essere.
La prima ha a che fare con la Libia. Non ci sfugge l’importanza strategica del viaggio del nostro Presidente del Consiglio nazionale tantomeno che sul tavolo ci sono questioni internazionali complesse, ciò che però non possiamo più accettare è uno stonato ed inopportuno elogio alla guardia costiera libica. Quel passaggio lo dobbiamo respingere. Ciò che avviene sulle coste libiche e ciò che compie la guardia costiera libica a danno di uomini e donne esausti ed in cerca di speranza non può essere sacrificato davanti a nulla, nemmeno al più alto senso di realpolitik di cui conosciamo il significato e in certi casi il valore.
Nei prossimi giorni il Parlamento dovrà esprimersi di nuovo sul rifinanziamento della guardia costiera libica, il PD deve arrivare a quell’appuntamento forte della sua anima e della sua identità e per questo deve chiedere una nuova soluzione politica che coinvolga l’Europa e tutte le forze europee con cui condividiamo valori e prospettive per il futuro.
Infine l’altra questione ha a che fare con la vicenda terribile di Patrick Zaki su cui deve valere lo stesso principio: davanti a questi fatti la nostra anima non solo non è sacrificabile ma dovrebbe guidare il cacciavite che decidiamo di usare. Per esempio verificando se ci possono essere le condizioni per assegnare a Patrick la cittadinanza italiana e provare di tutto per riportarlo qui. Non c’è e non ci deve essere regata navale che tenga.
In questi anni sul campo dei diritti civili il nostro partito ha sempre mostrato attenzione e capacità di incidere e lottare ora anche sul livello internazionale dobbiamo alzare l’asticella.
Stai facendo un grande lavoro in queste settimane ed io insieme a tante e tanti lo sosteniamo ma ora è arrivato il tempo di dire al governo, sfruttando tutte le relazioni necessarie ed il nostro atteggiamento costruttivo, che la comunità dei democratici e progressisti italiani non è più disponibile a “vendere l’anima al diavolo” e che serve trovare nuove e più umane soluzioni.
Con stima e amicizia.

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