Immagina, un Primo Maggio diverso
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Il primo maggio del 2020 non lo dimenticheremo mai. Nelle settimane del lockdown, dentro una fase storica tanto spaventosa quanto incerta. Anche in queste ore milioni di lavoratori e lavoratrici in gran parte del Pianeta vivono sulla propria pelle crescenti condizioni di fragilità: l’incertezza sul futuro è davvero trasversale.

La cassa integrazione, il blocco del lavoro per Partite Iva, lavoratori autonomi e per chi aveva contratti precari o occasionali. Le difficoltà degli imprenditori e le condizioni sempre più drammatiche di chi il lavoro già non lo trovava. Abbiamo attraversato settimane in cui si è celebrata, dopo tanto tempo, l’utilità sociale delle lavoratrici e dei lavoratori (talvolta perfino l’eroismo), ma oggi ci troviamo a vivere un primo maggio senza cortei e senza piazze.

Tutto sembra rallentato, eppure tutto corre perfino più rapidamente del solito. L’emergenza Covid si sta trasformando in un clamoroso acceleratore di futuro. Tanti processi di trasformazione che solo intravedevamo in lontananza si stanno materializzando in modo quasi inafferrabile. Pensiamo, solo per fare un esempio, alla velocità con cui, da un giorno all’altro, migliaia di aziende hanno dovuto digitalizzare la propria organizzazione e ripensare i propri flussi di lavoro.

Sappiamo che tutte le trasformazioni che riguardano il mondo del lavoro hanno un impatto diretto  immediato sulla vita delle persone e sulla società: la dignità e il benessere, la produzione del valore, la distribuzione della ricchezza e delle opportunità, la definizione dei tempi e degli spazi di vita, le relazioni tra i generi e la tutela ambientale.

Parliamo di cambiamenti epocali che ora scorgiamo solo nella loro parte più visibile. Nei prossimi anni dovremo fare i conti con un’idea del lavoro completamente inedita ed è fondamentale che la politica si prepari da ora ad affrontarli. Con molto più coraggio di quello visto fino ad oggi.

Se immaginiamo che la curva dell’innovazione tecnologica continuerà la sua impennata anche nei prossimi anni, ci rendiamo conto che i processi di digitalizzazione e innovazione ci condurranno in uno scenario stravolto: quali lavori esisteranno? Quanti posti di lavoro verranno sostituiti dalle “macchine”?  Come saranno organizzati i luoghi di lavoro?

Ecco perché, mai come oggi, la politica è chiamata ad essere coraggiosa, visionaria, utile e innovativa. Dove “Innovativa” non può rimanere una parola macchiettistica che se la cava trasformando lavoro in “Job” o citando “startup” e “rider”. Aumentano le diseguaglianze, cresce la polarizzazione delle possibilità: la ricomposizione del mercato del lavoro è una grande sfida di tutto il mondo democratico e progressista che attiene alla tenuta stessa della società.

Ricomporre il mercato del lavoro significa che non può esistere lavoro senza diritti, significa che nessuno si deve mai più sentire ricattabile o abbandonato. Qualunque professione faccia, qualunque competenza abbia, qualunque forma contrattuale abbia. Ricomporre il mercato del lavoro significa anche che non esistono “lavoretti”, ma lavori degni di essere pagati e tutelati.

Davanti a nuove domande sociali serviranno nuove risposte.

Come si concilierà l’automazione dei processi produttivi con una società ancorata al presupposto per cui la dignità e il benessere sociale dipendono quasi unicamente dalla professione svolta? Arriverà davvero il tempo del reddito universale?

Con la digitalizzazione dei processi, come si bilancerà il tempo di lavoro con il tempo libero? Smart working, certo, ma quindi anche politiche di conciliazione vita/lavoro, valorizzazione del tempo libero e diritto alla disconnessione?

Come si organizzeranno i luoghi di lavoro e come si organizzeranno le persone dentro luoghi di lavoro sempre più smaterializzati?

Come la finanza pubblica potrà sostenere gli imprenditori che generano valore, in nome di un nuovo modello di sviluppo sostenibile?

Con questi spunti Immagina celebra il primo maggio e la settimana che si apre. Giorni in cui racconteremo il mondo dei lavori a 360°. Senza dogmi o semplificazioni. Senza banalizzazioni. Con il coraggio che serve per fare nuove proposte, ridando un valore progressivo alla parola “innovazione”.

Questa è la nostra sfida: raccogliere e generare idee che rispondano alle grandi domande del tempo presente e della trasformazione imminente.

Buon primo maggio a tutte e tutti

Vorremmo dedicare la giornata di oggi alle donne e agli uomini che in questi mesi sono morti sul posto di lavoro, impegnati a salvare tante vite, garantire i servizi essenziali e tutelare la salute di tutti.

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