“Io non so a chi fare i complimenti, sta accadendo quello che vi avevo preannunciato: siamo passati dal rischio basso al rischio elevato. In Veneto abbiamo oggi un Rt di 1,63 mentre eravamo a 0,43. Se restiamo senza mascherina a fare gli assembramenti e pensiamo che i complottisti abbiano ragione, stiamo preparando la culla per il neonato. PerchĆ© quando tornerĆ il virus sarĆ forte e qui non ce ne sarĆ piĆ¹ per nessuno”.
Se una cosa si puĆ² dire di tutto quanto successo dall’inizio dell’epidemia da Covid-19 in Italia, ĆØ che vi sono state alcune regioni, tra quelle maggiormente colpite, che hanno reagito in maniera piĆ¹ efficace e ragionata rispetto ad altre. In questo senso, fa impressione guardare i dati di Veneto ed Emilia-Romagna, per esempio, se rapportati a quelli della Lombardia. Per l’operato di Zaia e Bonaccini vi ĆØ stata un sincero apprezzamento bipartisan, lontano anni luce dalla disastrosa gestione sanitaria, politica e comunicativa di Fontana e la sua giunta.
Ć per questo che fa una certa impressione sentire pronunciare queste parole proprio da Luca Zaia. Il presidente della Regione Veneto, in una conferenza stampa in cui ha annunciato un nuovo inasprimento delle regole, si chiede “a chi debba fare i complimenti”. Beh, molto umilmente, ci sentiamo di potergli dare alcuni consigli. Rivolga il suo sguardo verso il capo del suo partito, per esempio.
Faccia una telefonata – con relativo “cazziatone” – a quel Matteo Salvini che il 2 giugno scorso, insieme a Giorgia Meloni e Antonio Tajani, riempiva via del Corso a Roma con un lungo tricolore provocando un inutile, quanto inevitabile assembramento. Chieda come mai Salvini abbiamo cosƬ ostentatamente dichiarato che lui “non ci pensa neanche” a scaricare l’app Immuni, che invece, se utilizzata con intelligenza, potrebbe essere fondamentale per gestire il tracciamento del coronavirus.
E a proposito di mascherine ed assembramenti, come mai Zaia non ha detto una parola contro i grandi raduni a base di selfie che l’ex ministro dell’Interno sta mettendo in scena in ogni parte d’Italia (spesso collezionando figuracce) completamente incurante delle piĆ¹ minime norme di sicurezza e di distanziamento sociale?
Non si chieda, dunque, presidente Zaia, a chi fare i complimenti. PerchĆ© quando un uomo politico cosƬ esposto e cosƬ seguito si comporta in maniera cosƬ irresponsabile, c’ĆØ poco da indagare. Peccato che qui non si sta parlando, come lei ben sa, di giochetti online, di Nutella o di ciliegie. Qui si parla della salute delle persone e con la salute della persone non si scherza. Lei che puĆ², lo faccia presente al suo capo.
Da veneta, che ha operato nell’ambito sanitario per 40 anni, sono esterrefatta dall’ammirazione per il leghista zaia, che non se la merita affatto. Per capire appena un po’ di piĆ¹, consiglio questo articolo: https://left.it/2020/05/13/il-modello-veneto-ha-funzionato-nonostante-zaia-non-grazie-a-lui/?fbclid=IwAR0DeFw7SjSbeKvtMGwHE_8UzLdS9iYovLJqTQ7WDL49ZrURPvKQRRrXrTk
Grazie per questo articolo. E’ importante riflettere su queste cose: se la Lombardia da sola ha avuto piĆ¹ di metĆ dei contagi e delle morti, qualche motivo ci sarĆ stato, e abbiamo tutti bisogno di capire, per evitare che queste cose si ripetano in futuro. Io come semplice cittadino sento il bisogno di essere informato correttamente. Abbiamo letto e sentito decisamente troppe fake news su questo argomento (quasi sempre con intenti politici malevoli contro la sinistra e contro l’Unione Europea). A me sembra evidente che i Paesi che hanno gestito meglio la pandemia sono quelli in cui esiste e funziona una SanitĆ pubblica. La lezione della pandemia deve essere anche questa: la SanitĆ pubblica ĆØ un bene comune e va difeso e rafforzato. (Tra parentesi un piccolo appunto: non si dovrebbe scrivere “le piĆ¹ minime”, basta “le minime”). Comunque grazie.