Siamo noi, i circoli, il primo collante tra il PD nazionale e la gente

Questa Domenica sono stato eletto come nuovo segretario per il Partito Democratico di Rignano sull’Arno. Vorrei raccontarvi la nostra situazione, la nostra esperienza e il significato che ha il riuscire a organizzare un momento di democrazia interna per un circolo in questa fase.

Rignano sull’Arno è un piccolo comune, di circa 9000 abitanti, che ai più è noto per aver dato i natali a Matteo Renzi. Negli ultimi anni il nostro modo di fare politica si è trasformato, e siamo diventati un paese in cui le divergenze e i rancori personali hanno martoriato la politica, falcidiato i dirigenti. Quel sentimento di ostilità che investe la politica partitica a livello nazionale, si è costituito anche per la politica di Paese, alimentato anche dal frazionamento delle forze di sinistra, che testimonia agli occhi della popolazione l’incapacità politica, ma anche caratteriale, di mettersi d’accordo sulle cose da fare per i piccoli comuni – figuriamoci allora come possono stare insieme quando parlano d’Italia.

Per questo penso che la nostra situazione possa essere interessante per il PD nazionale. È dalle piccole cellule, dai circoli locali, che nascono i sentimenti di appartenenza per un partito nazionale. Siamo noi, il partito dei cui esponenti si conosce nome, cognome e faccia, della gente che si saluta per strada, che siamo il primo collante tra il PD nazionale e la gente. Sono sicuro che in tutti i circoli, in tutte le sezioni, in tutte le aule, in cui sia capitato di fare negli ultimi anni un’analisi di una sconfitta – di qualsiasi tipo, sicuramente vi sarà successo anche solo per il Marzo 2018 – sia venuto fuori il ben noto tema del “non parliamo più con le persone”. Ma non sono i quadri, a dover parlare con le persone, non solo almeno: siamo noi, che dobbiamo parlare con i cittadini da una parte, con i quadri dall’altra. Siamo dei portavoce.

Vale, ovviamente, anche il discorso inverso. Qualcosa deve tornare indietro. Dal partito nazionale deve arrivare il messaggio che i segnali che noi amplifichiamo vengano recepiti. In questo periodo storico mi permetto di dire che è facile capire dove deve stare la sinistra, perché essere di sinistra vuol dire aiutare i più deboli, e l’emergenza che stiamo passando ha moltiplicato i deboli, le persone in difficoltà. Non è difficile capire chi dobbiamo sostenere, sono in tanti e le loro voci le stiamo portando in modo sempre più insistente. I primi devono essere gli ultimi, le voci più
disperate che sentiamo sono dei dipendenti cui non è arrivata la cassintegrazione, delle partite IVA che hanno perso il fatturato, dei settori la cui attività sta cambiando radicalmente, che vanno aiutati a trovare il loro posto nel mondo.

Un’agenda è fatta di priorità, e queste devono essere le nostre, il resto verrà dopo.
Penso questo approccio possa essere esteso anche al Partito per le elezioni regionali, la nostra prossima sfida. Sul territorio la campagna elettorale saremo noi a farla, noi a chiedere fiducia per i candidati che rappresenteremo. E sarà tanto più facile quanto più i candidati sul territorio ci staranno, e si preoccuperanno di parlare con la gente, oltre che quanto più ci sentiremo coinvolti nella redazione di queste proposte elettorali.

Mi sembra che in questo senso i segnali siano positivi: ci è già arrivata la richiesta di raccogliere delle idee importanti per i nostri territori che possano confluire nel nostro programma per le regionali. Noi faremo del nostro meglio, e metteremo a disposizione tutte le energie di cui disponiamo; organizzeremo le feste de l’unità in
un periodo in cui è, in tutta franchezza, molto difficile organizzarle, ma crediamo che ogni occasione sia buona per poter disporre punti di raccordo tra uomini e donne del partito e uomini e donne del paese.

Queste sono le considerazioni che abbiamo fatto nell’iniziare il nostro lavoro a Rignano. Penso che i piccoli circoli possano fare tanto, perché con 9000 abitanti come bacino di riferimento, se costruiamo una rete adeguata i cittadini possiamo davvero raggiungerli tutti. Nella mozione programmatica che ho portato all’attenzione dell’assemblea che mi ha eletto ho inserito tra i punti fondamentali partecipazione e comunicazione: per favorire l’avvicinamento al partito, la circolazione delle idee, la comprensione dell’utilità della politica locale. I mezzi e gli strumenti saranno nuovi, ma il principio è davvero vecchio come il mondo: parliamo con tante persone e
non sarà difficile capire di cosa hanno bisogno.

2 COMMENTI

  1. Credo che la ns politica locale dovrebbe essere rifondata in radice: sarebbe utile una sorta di bando pubblico x selezionare, fra i simpatizzanti, le persone al tempo stesso piu’ preparate culturalmente e piu’ capaci di sintetizzare la visione politica ed i bisogni collettivi, in alcuni grandi progetti fondati sulla ricerca di tutte le risorse disponibili, finanziarie e non, pubbliche e private, in funzione delle quali definire OBIETTIVI CONCRETI E TEMPI CERTI DI REALIZZAZIONE. ….INSOMMA, MENO DISCORSI, VISIONE ORGANICA BASATA SU POCHI PROGETTI E INVESTIMENTI IMPORTANTI TENDENTI A CONTEMPERARE LE ESIGENZE SOCIALI, AMBIENTALI, ECONOMICHE, PER IL MAX RISULTATO COMPLESSIVO, MOLTO PIU’ IMPEGNO E CAPACITA’ ORGANIZZATIVA, PER PREPARARSI A FARE LE COSE…..!!!

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