Meloni presidente ECR. Il cortocircuito sovranista è servito
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Nel 2017 la Treccani, inserendo il termine nell’enciclopedia, definisce come “sovranisti” coloro che parteggiano per il sovranismo, ovvero quella “posizione politica che propugna la difesa o la riconquista della sovranità nazionale da parte di un popolo o di uno Stato,in antitesi alle dinamiche della globalizzazione e in contrapposizione alle politiche sovrannazionali di concertazione.

Ed è il sovranismo il perno su cui Giorgia Meloni sta portando avanti quella che in molti definiscono una scalata personale. La leader di Fratelli d’Italia ha ottenuto un importante riconoscimento a livello europeo. All’unanimità il gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) ha eletto la Meloni come nuovo presidente del gruppo che, dopo le elezioni europee del maggio 2019, al momento conta ben 62 europarlamentari di cui 6 di Fratelli d’Italia.

Ma chi sono i conservatori europei? Si tratta della destra europea più conservatrice, da non confondere col Ppe, il Partito popolare europeo di centrodestra che vede al suo interno Forza Italia, o con il gruppo di Identità e democrazia, dove c’è l’estrema destra di Marine Le Pen, Salvini e Alternative für Deutschland. Nel gruppo Ecr ci sono i rappresentati polacchi del Partito Diritto e Giustizia, che esprime il presidente polacco Andrzej Duda e il primo ministro Morawiecki e che fu fondato dai fratelli Kaczyński. Il filone ultracattolico è predominante,ma ci sono anche i rappresentanti spagnoli di Vox, partito di estrema destra, e gli olandesi di Forum per la Democrazia del populista Baudet.

Ma non tutto così è semplice e lineare. Alla base di tutto è bene segnalalre quello che  è di fatto un vero e proprio cortocircuito. E non mi riferisco alla coesistenza della parola riformista unita con una congiunzione al termine conservatore.

Se il sovranismo tanto invocato da Giorgia Meloni, infatti, trovasse spazio – è giusto dirlo chiaramente – tutti quei meccanismi solidaristici di cui anche l’Italia sta godendo verrebbero meno.  Infatti a pensarci bene lo stesso concetto di coalizione sovranista d’Europa è un controsenso.

Non a caso la vicenda olandese è stata esemplificativa. Ma cosa accadde?

L’Olanda, lo Stato membro dell’Unione Europea, cercò di bloccare le politiche di solidarietà economica nel Vecchio Continente. La Meloni allora non la prese bene. “Stallo nell’Eurogruppo, bloccato dall’egoismo di Germania e Olanda“. È questo il messaggio che appare l’8 aprile sul profilo Twitter di Giorgia Meloni, lo stesso dal quale il 23 settembre di meno di sei mesi fa si felicitava invece della presenza ad Atreju 2019 (il festival della destra nazionalista giovanile che si tiene dal 1998 in Italia, ndr) proprio di quel Thierry Baudet, leader del partito sovranista Forum voor Democratie in Olanda.

Insomma è bello sentir dire “prima gli italiani”, ma è molto più difficile digerire il “prima gli Olandesi” e ingoiare il boccone che ci sia qualcuno più sovranista di te (e magari in una posizione più forte) se è l’Italia il soggetto debole.

Insomma i sovranisti possono pure essere in perfetta sintonia, ma solo quando gli interessi tra i paesi non divergono. Ma è inevitabile che i singoli interessi si vadano a scontrare. Questo è quello che succede e succederà in Europa, se ognuno va in Europa con l’idea di difendere il proprio Stato senza delle politiche comuni.

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1 COMMENTO

  1. Sono d’accordo su tutto. A me però la parola riformisti accoppiata alla parola conservatori fa arrabbiare parecchio.

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