Il Governo Italiano è impegnato in queste ore per promuovere l’uso della oramai famosa App Immuni. Si sente dire, da media e telegiornali, che l’app è sicura e che i dati sono criptati e inaccessibili ad occhi indiscreti. Cosa vuol dire tutto questo? Possiamo davvero stare sicuri e fidarci o la nostra privacy è a rischio? Cerchiamo di fare chiarezza e di spiegare, forse banalizzando ma in modo comprensibile a tutti, in che modo vengono gestiti i nostri dati personali dalla App Immuni contro il Covid-19.
Come funziona l’App Immuni e cosa vuol dire che i dati sono criptati
Qualche mese fa abbiamo già parlato di questa App per il tracciamento dei contagi da Covid-19. Abbiamo visto come scaricarla e come registrarsi al servizio. Oggi il Governo Italiano è impegnato in una campagna per promuoverne l’uso massiccio da parte degli italiani. Molti hanno già effettuato il download ma qualcuno è ancora dubbioso: la nostra privacy è a rischio? L’app Immuni può monitorare la mia posizione rendendomi rintracciabile e identificabile? Facciamo un po’ di chiarezza vedendo innanzi tutto come funziona.
Dopo aver scaricato e installato l’applicazione dobbiamo registrarci. Non verranno chiesti dati personali in questa fase. Tutto quello che dobbiamo fare è abilitare e autorizzare l’uso del bluetooth. Fine. Al resto penserà l’applicazione. In che modo? Ipotizziamo che io, in una giornata tipo, prenda la metropolitana, faccia colazione al bar e poi vada in ufficio. Finita la mia giornata di lavoro ipotizziamo che io mi fermI a fare la spesa, prenda ancora i mezzi pubblici e infine me ne rientri a casa. Durante l’arco della giornata l’App Immuni è rimasta attiva e ha scambiato informazioni anonime e criptate con gli smartphone delle persone con cui sono entrato a contatto (qualche metro di distanza). Questi dati, come dicevo, sono criptati (vedremo tra poco cosa vuol dire) e immagazzinati direttamente sui nostri dispositivi mobili (il cellulare). Cosa accade se una delle persone che ho incontrato risulta positiva al Covid-19?
Se una delle persone che ho incontrato risultasse positiva al tampone anti covid e inserisse la sua positività nella App Immuni, automaticamente, il sistema invierà una notifica a tutti i cellulari con cui il contagiato è entrato in contatto. Nell’avvisare gli altri smartphone non viene detto dove e quando è avvenuto il contatto (queste informazioni non sono proprio memorizzate). Veniamo semplicemente avvisati del fatto che siamo stati vicino ad una persona – poi rivelatasi positiva al Covid – per una durata di tempo superiore ai 10-15 minuti. Se ciò accadesse e se ricevessimo un alert simile dalla App Immuni è nel nostro interesse (e non è un obbligo) avvisare il medico, restare chiusi in casa e metterci in lista per un tampone.
L’app Immuni e i rischi per la privacy. I dati sono criptati: cosa vuol dire?
Veniamo ora al tema più sensibile: l’App Immuni garantisce la nostra Privacy? Cosa vuol dire che i dati sono criptati? Quali dati vengono memorizzati? Sono rintracciabile? Facciamo chiarezza iniziando a spiegare cosa significa che i dati sono criptati.
Immaginiamo di voler inviare un messaggio alla nostra amante Paperina. Prendiamo un foglio di carta e scriviamo la frase “Ciao Paperina. Come stai?” Ovviamente è la nostra amante e non vogliamo far sapere a nessuno cosa le abbiamo scritto. Codificherò quindi il messaggio in modo che solo noi e Paperina possiamo decifrarne il contenuto. Il messaggio diventerà simile a “1e3f27bc5ef3de80126890445505fbe9”. Incomprensibile, giusto? Se qualcuno leggesse il nostro messaggio non capirebbe nulla! Ovviamente la chiave per decifrare questo messaggio la invieremo a Paperina che poi potrà leggere cosa le abbiamo scritto. Banalizzando tantissimo questa è la criptografia.
App Immuni: cosa vuol dire che i dati sono criptati? (credit: https://it.wikipedia.org/wiki/Crittografia_asimmetrica)
La App Immuni garantisce la nostra privacy salvando l’elenco dei cellulari con cui siamo entrati in contatto direttamente nel nostro dispositivo e in modo criptato. Il fatto che questo elenco sia codificato e impossibile da decifrare ad occhi indiscreti è già di per sé sinonimo di un buon livello di riservatezza e anonimato. Quando si è positivi al Covid, l’App Immuni accede a questi dati criptati e invia un alert ai dispositivi dell’elenco in modo che le altre persone possono sapere di essere state vicine ad un Covid Positivo e possano correre ai ripari facendo un tampone. Non viene detto chi, dove, come e quando è stato infettato. Viene solo reso noto che è avvenuto un contatto, prolungato nel tempo, potenzialmente a rischio.
La App immuni tutela la privacy molto più dei social network con cui interagiamo ogni giorno
Sapete che i social network potenzialmente possono sapere in qualsiasi momento dove vi trovate, con chi parlate e cosa vi piace? Siete innamorato di una donna o di un uomo? Stati certi che i social network che usate ogni giorno lo sanno già! Vi piace la montagna? I motori di ricerca lo sanno già e vi aiuteranno a comprare il viaggio dei vostri sogni. Non c’è niente di male in tutto questo, basta esserne consapevoli. L’app Immuni non sa nulla. Non conosce neppure il vostro nome e sicuramente non lavora di nascosto per vendervi viaggi o un paio di scarpe nuove.
Cosa voglio dire con questa digressione sui Social NetworK? Che se accettiamo tutti i giorni di “vendere” i nostri dati personali ai colossi del Web in cambio di servizi (come la mail o le chat) senza battere ciglio, perché non usare l’App Immuni (i cui dati sono criptati) per tracciare potenziali contagi da Covid? Pensateci bene. Ne vale la pena, no?
Fabio Ambrosi è un blogger esperto di media e tecnologia www.fabioambrosi.it
[…] Il consiglio migliore che possiamo darci è quindi quello di continuare a rispettare le regole: distanziamento sociale, uso della mascherina, igienizzare le mani e scaricare l’App Immuni. […]
[…] tale, ne hanno segnato il fallimento. Personalmente, ho provocatoriamente sostenuto che l’uso di Immuni dovesse essere obbligatorio sia per i cittadini che per il personale sanitario (in questo secondo […]