Basta piangere, compagni!

Nel giorno della convocazione di Mr. “Whatever it takes” al Quirinale in qualità di Presidente del Consiglio incaricato da Sergio Mattarella, confesso di avere provato un certo disagio nel leggere messaggi scettici, se non di vera e propria sfiducia da parte di un cospicuo numero di militanti, rispetto ad una figura del calibro di Mario Draghi quale probabile nuovo inquilino di Palazzo Chigi.

Sembra davvero paradossale che buona parte della base di un partito che si definisce riformista, di sinistra e vicino agli ultimi, inizi sin da subito a bollare non certo positivamente l’unico italiano davvero autorevole in Europa e rispettato dagli altri leaders del Vecchio Continente, oltre che unico capace di spendere parole chiare sul drammatico problema intergenerazionale che affligge l’Italia, dove è ormai certo la mia, la nostra generazione starà peggio dei propri padri.

A chi, sfiduciato, si sta stracciando le vesti per il nulla di fatto a cui è andata incontro l’ipotesi di governo “Conte-Ter”, magari rassegnandosi ad una ormai certa futura sconfitta elettorale contro i nostri competitor di centro-destra dico: “Basta piangere”.

Gli anatemi contro il “senatore semplice” di Rignano sull’Arno – dimostratosi ancora una volta un politico indiscutibilmente abile nelle manovre di Palazzo – o l’evocazione delle “lacrime e sangue” di montiana memoria saranno anche liberatori e potranno ricompattare le truppe, ma lasciano il tempo che trovano. Ora all’Italia servono idee e visione.

Pensiamo alle periferie. Chi fa politica in questi luoghi del nostro bellissimo Paese sa bene che non possiamo permetterci che questa crisi accentui ancora di più il divario rispetto alle città. Lanciando lo sguardo sul mio territorio, una Bassa Modenese dove la sfiducia e la disillusione ha fatto dilagare la destra, noto un grande lavoro e tante proposte. Sarebbe impensabile realizzarle senza un partito in grado di ascoltare, imporsi e fungere da raccordo con il governo.

Se il Partito Democratico, che fin qui ha indubbiamente mostrato responsabilità istituzionale in questi difficili mesi di emergenza, sarà all’altezza di mettere in campo un’agenda chiara e riformista, allora la partita resta aperta e la sconfitta nella tornata elettorale del 2023 sarà tutt’altro che scontata. L’occasione è ghiotta e va colta, visto anche lo sfilarsi del Movimento 5 Stelle – alleato “a tempo determinato”, ma decisamente ingombrante visti i numeri in Aula – dalla compagine che andrà a sostenere l’esecutivo guidato da Mario Draghi.

Il tempo a disposizione c’è, basta crederci. Questo governo, che sarà senza dubbio di altissimo profilo, dovrà essere uno stimolo per vincere le sfide che abbiamo davanti.


Nicolò Guicciardi – Segretario PD San Felice sul Panaro

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