Approvare il ddl Zan, un importante passo avanti per tutta la società

Il 17 maggio scorso si è celebrata la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Quest’anno nel nostro Paese questa ricorrenza è stata accompagnata, come è noto, dal culmine del dibattito sul disegno di legge Zan. Approvato dalla Camera dei deputati nel novembre scorso, il provvedimento promosso e sostenuto dal Partito Democratico è di fatto bloccato al Senato anche a causa dell’atteggiamento di Lega e Fratelli d’Italia. Il dibattito sul disegno di legge Zan, nell’opinione pubblica e nell’ambito delle istituzioni, si è caratterizzato per un elevatissimo tasso di disinformazione, non sempre dovuto a superficialità ma spesso a calcoli di natura politica.

A dispetto dello stallo del cammino verso l’approvazione del ddl Zan, che auspico momentaneo, il 17 maggio 2021 ha registrato un avanzamento che io ritengo molto importante, perché come mai prima d’ora ha sancito l’attenzione su un tema che in passato è rimasto sostanzialmente ai margini del discorso pubblico. La circostanza è ben evidenziata dal messaggio diffuso per l’occasione dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “La Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia è l’occasione per ribadire il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza e, dunque, per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.

Ancora: “Disprezzo, esclusione nei confronti di ciò che si ritiene diverso da sé, rappresentano una forma di violenza che genera regressione e può spingere verso fanatismi inaccettabili. La ferita inferta alla singola persona offende la libertà di tutti. E purtroppo non sono pochi gli episodi di violenza, morale e fisica che, colpendo le vittime, oltraggiano l’intera società. Solidarietà, rispetto, inclusione, come ha dimostrato anche l’opera di contrasto alla pandemia, sono vettori potenti di coesione sociale e di sicurezza”.

E’ proprio questo che affrontano il ddl Zan e la lotta all’omobilesbotransfobia: la vita delle persone, il loro desiderio di accedere alle cose del mondo e al mondo senza che questo dipenda dal colore della loro pelle, dalla propria identità di genere, o di appartenenza a una determinata categoria, classe, etnia. Se c’è una cosa che l’approvazione di questo disegno di legge farà sarà il riconoscimento giuridico di una società più aperta e inclusiva a partire dalla maggior tutela delle persone nello spazio pubblico.

A dispetto di ciò che, in buona o in cattiva fede, sostengono i detrattori, il disegno di legge in questione non farebbe che ampliare la portata dell’articolo 604 bis del codice penale, che già punisce le discriminazioni a sfondo razziale, etnico o religioso, includendo aspetti come l’orientamento sessuale e l’identità di genere. Verrebbe punito chi istiga discriminazioni o violenze incluse in queste classificazioni, e di certo non la libertà di esprimere le proprie idee e le proprie opinioni. Il ddl Zan è uno strumento che contrasta l’omobilesbotransfobia, di cui il nostro ordinamento è attualmente privo e quindi, esattamente nello spirito del messaggio del Presidente Mattarella, una precisa forma di discriminazione e intolleranza. A questo abbina importanti azioni sul fronte della prevenzione, perché i passi verso una società maggiormente inclusiva passano innanzitutto dalla crescita culturale.

Michele Fina

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