Considero una fortunata coincidenza che il primo incontro online di Energia Democratica si sia svolto proprio il 9 maggio. Ha fatto bene Gaetano Gambino a ricordare Peppino Impastato, ucciso dalla mafia in una data che nel nostro calendario civico incrocia il ricordo delle vittime del terrorismo politico – da Aldo Moro a Guido Rossa a Walter Tobagi – e dei morti innocenti dello stragismo nero, delle bombe sui treni, nelle banche, nelle stazioni, con la Festa dell’Europa. L’Europa unita, nata a Ventotene, un’isola del Lazio, nel cuore del Mediterraneo, dopo l’orrore della guerra, delle divisioni, degli egoismi, dei muri e del filo spinato.
Sono diversi i valori che lotta al terrorismo e percorso di integrazione europea hanno condiviso: solidarietà, pace, uguaglianza, dialogo come linfa della democrazia e fiducia nelle istituzioni a garanzia dei diritti, della libertà, del benessere di tutte e tutti. Ed è proprio intorno a questi valori che oggi dobbiamo stringerci ancora di più. Il Covid-19 che ha unito il mondo nella stessa emergenza, rischia infatti di allontanarci gli uni dagli altri. E non nel senso del necessario distanziamento fisico a tutela della salute pubblica, ma nell’aumentare le distanze sociali, economiche, culturali e quindi le disuguaglianze tra chi sta meglio e chi sta peggio, tra chi è più garantito e chi lo è di meno, tra chi ha più opportunità e chi no.
Abbiamo ripetuto spesso in queste settimane che questa crisi può e deve rappresentare anche una straordinaria occasione per ripensare modelli e paradigmi di produzione, di consumo, di relazione sociale. Ma è chiaro che oggi dobbiamo occuparci di assicurare la necessaria protezione sociale, il supporto al reddito e alla sopravvivenza delle imprese grandi, medie, piccole e piccolissime come premessa e precondizione per rilanciare il Paese, per ricominciare a crescere senza lasciare indietro nessuno.
A proposito di modelli ne voglio citare due che credo dimostrino quanto sia importante indirizzare bene il cambiamento per sfuggire alle sue possibili trappole. In questi mesi stiamo sperimentando su larga scala modalità di lavoro e di didattica che stanno consentendo a milioni di lavoratori e studenti di continuare le proprie attività anche a distanza. E’ straordinario, talvolta anche commovente l’impegno, la dedizione, la volontà di tante e tanti di mettersi in gioco, di continuare a svolgere la propria parte nel mondo.
Ma da una parte dobbiamo fare attenzione a che lo smart working non si trasformi in una nuova forma di coercizione per i lavoratori e che soprattutto per le donne non si presti a essere usato come alibi per ricacciarle in una dimensione esclusivamente casalinga in cui alla cura della casa e dei figli vada a sommarsi una modalità asfittica di lavorare, senza le necessarie tutele, dignità salariale e opportunità di stabilizzazione e carriera. Dall’altra non possiamo immaginare che la didattica a distanza possa sostituirsi al ruolo che nei confronti dei nostri bambini e ragazzi incarna, in senso letterale, una comunità educante fatta di persone che in presenza si relazionano in uno spazio fisico e in un tempo codificato.
Ecco perché al fianco di Anna Ascani, come Partito Democratico, abbiamo deciso di caratterizzare la nostra azione e proposta politica nei nostri territori, penso in particolare a Roma e al Lazio, per stimolare il riconoscimento della centralità dell’infanzia e del diritto alla scuola nell’agenda del Paese per la ripartenza.
Perché il Paese non riparte se esclude i bambini e i ragazzi o li lascia indietro o si rassegna a non fare tutto quello che è possibile fare, in sicurezza, per garantire dignità ai percorsi educativi e formativi, ai momenti di passaggio da un ciclo all’altro, al bisogno ineludibile della relazione tra pari e con gli adulti di riferimento fuori casa. Per cui scuole connesse sì ma anche e soprattutto scuole aperte al più presto.
E non come, o certamente non solo come, forma di welfare e sostegno alle famiglie. Ma come prima leva di lotta alle disuguaglianze di partenza, alla dispersione scolastica, come diritto fondamentale, insieme a quelli al lavoro e alla salute, e come condizione essenziale per costruire ora l’Italia di Domani.
Claudia Daconto è responsabile Comunicazione del Pd Roma e componente della Direzione nazionale del Partito Democratico
Un’analisi accurata e del tutto condivisibile. Ottimo!
Condivido tutto! Soprattutto in un momento come questo di ripartenza che auspico potente, innovata e contemporanea ai bisogni urgenti degli italiani. Buon lavoro
Da insegnante condivido pienamente!
Il mondo della Scuola ha necessità della relazione in presenza per trasmettere, coinvolgere e stimolare adeguatamente.
Alessandra Volpini