L’annuncio di Beppe Sala di volersi ricandidare a guidare Milano per i prossimi anni è per tutti noi motivo di grande gioia.
Milano – come ha detto il sindaco, nel suo videomessaggio – in questi anni «ha vissuto una straordinaria crescita e si è imposta all’attenzione del mondo per la sua attrattività».
La nostra città si stava e si sta trasformando dal punto di vista urbanistico (come mostrano i tanti progetti avviati e alcuni conclusi di riqualificazione e rigenerazione di molte aree), della mobilità (con l’attenzione all’ambiente, le piste ciclabili, l’incentivo all’utilizzo dei mezzi pubblici o dello sharing) e si è messa in rete con le altre importanti città europee.
A crescere e migliorare è stata anche l’attenzione ai quartieri, compresi quelli periferici, su cui si sono moltiplicati progetti e cantieri e dove è stata ampliata e fortificata la rete di welfare perché, come ha detto Sala, «per noi la crescita è sempre stata associata alla solidarietà».
«Apertura e internazionalità» sono state le parole che hanno caratterizzato la città di Milano in questi anni, da Expo in poi, con l’arrivo dei turisti da tutto il mondo, con gli studenti delle Università e con il boom dei servizi che ha coinvolto soprattutto il centro.
È stata una stagione straordinaria, di cui il sindaco Sala è stato tra i grandi artefici; in cui tutto si è evoluto velocemente e questa velocità a volte ha rischiato anche di travolgerci.
Poi è arrivato il covid che – dice Beppe Sala – «ha messo in discussione molto».
Il covid ci ha costretti a cambiare il nostro modo di vivere la città: abbiamo smesso di prendere i mezzi pubblici, siamo rimasti nei nostri quartieri e nelle immediate vicinanze e siamo stati costretti a guardarci attorno e a cercare lì tutto ciò che in altri momenti avremmo trovato altrove spostandoci con una metropolitana o con un tram.
Si è cominciato a parlare di un modello di città diversa, in cui tutto deve essere raggiungibile nell’arco dei 15 minuti a piedi e, quindi, della necessità di ripopolare le nostre periferie dei negozi di prossimità e di tutti quei servizi che, nel corso degli anni, le avevano sempre più lasciate per trasferirsi in centro.
Da qui ai prossimi anni, quindi, probabilmente saranno necessarie altre trasformazioni e noi pensiamo che Beppe Sala abbia le caratteristiche giuste per guidarle.
L’impegno mostrato in questi anni da lui e dalla sua Giunta anche verso il nostro quartiere, dove alcuni interventi sono stati fatti, altri sono in fase di progettazione e altri ancora sono in corso d’opera e auspichiamo che volgano presto al termine, non è mai venuto a mancare.
L’annuncio di un nuovo impegno di Sala per Milano e con i milanesi, dunque, deve essere di stimolo a tutti noi per lavorare per la riconquista del Municipio 9, mettendo in campo le nostre migliori energie, le personalità e le competenze più adatte per raccogliere le idee per costruire il futuro insieme ai cittadini in questa nuova situazione.
Beppe Sala ha la statura politica giusta per questa città: si è mostrato aperto, innovativo, concreto; ha dimostrato di non amare le divisioni e di mantenere un modus operandi che gli ha sempre garantito una certa autonomia, indispensabile per rapportarsi con il mondo.
Il sindaco Sala ha detto: «Sono fiero di aver potuto guidare Milano in un periodo glorioso per i primi quattro anni e difficilissimo per l’ultimo. Mi candido per guidare una nuova trasformazione di Milano, non per completare il lavoro ma per avviare una nuova fase, che sarà difficile, faticosa ma che porterò di nuovo Milano ad essere un’aspirazione per il nostro Paese, per l’Europa e per il mondo».
Noi saremo al suo fianco!
Diana Comari è Segretaria del Circolo PD Rigoldi- Niguarda
Io, nato e vissuto a Milano, considero negativa la crescita milanese basata soprattutto su dati commerciali. Il cosiddetto QUADRILATERO DELLA MODA ha trasformato il centro storico in un gran bazar di lusso, l’EXPO’ 2015 voluto ed ottenuto da Letizia Brichetto Moratti è stato valutato a posteriori come un successo in quanto ha richiamato falangi di turisti. In effetti è stato soltanto un grande LUNAPARK. Vorrei che i difensori mi dicessero quale è stato il lascito in termini culturali, scientifici, ambientalistici (la c.d. CARTA DI MILANO, è una rimasticatura di idee già discusse nell’ONU e nella FAO nei decenni precedenti). D’altro canto la ex-sindaca è la stessa persona che per non smentire la propria formazione esclusivamente mercantilistica, appena nominata assessore regionale, ha chiesto di inserire il PIL TRA I PARAMETRI EPIDEMIOLOGICI !? E Giuseppe Sala è un suo allievo.