Come tanti era figlio di contadini, padre siciliano e madre “emigrata” al sud dalla Lucania. E da figlio di contadini aveva scelto da subito da che parte stare, quella dei braccianti, il che rese quasi naturale l’approdo al sindacato e al Partito Comunista. A inizio degli anni 50 entrò nel consiglio comunale di Palermo e alla fine dello stesso decennio si trovò a guidare la Cgil di quella regione complicata.
Coi primi anni 60 arrivò anche l’ingresso nel Comitato Centrale del suo partito e quasi subito la carica di segretario regionale dei comunisti siciliani. Poi, un anno dopo, l’elezione a deputato dell’Assemblea regionale dove rimase per otto anni.
Il 1972 segnò l’approdo alla Camera dove, per destino e logica, si occupò di agricoltura. Entrò nella segreteria del Pci guidato da Berlinguer. E a metà decennio l’esperienza, sarà quella decisiva, nella Commissione parlamentare antimafia. Sua la prima legge sul reato di associazione mafiosa e sulla confisca dei beni ai mafiosi.
Nel 1981 chiese, si offerse, di tornare nell’isola e di riprendere la carica di segretario regionale. Sentiva che il tempo in corso chiedeva una guida solida e una chiara visione degli avversari nuovi da combattere. Così fu. La lotta che lo vide in prima linea fu contro la base missilistica a Comiso e anche per molti tra noi, appena arrivati a capire qualcosa del mondo, quel suo nome e profilo iniziarono a imporsi, a farsi familiari.
Poco dopo le nove del mattino del 30 aprile 1982 – trentotto anni fa esatti – sedeva a fianco di Rosario Di Salvo, un compagno che lo scortava verso la sede del comitato regionale, in Corso Calatafimi a Palermo, un palazzo solenne e glorioso dove tante volte mi è capitato di entrare e lavorare. Erano su una 131 in una via che si restringeva, una moto li affiancò e raffiche di mitra spensero quelle due vite e quella sua voce. Rosario ebbe forza di reagire, sparò alcuni colpi. Fu un delitto di mafia, come di lì a poco quello del prefetto di Palermo.
Li salutarono in centomila. È sepolto nel Cimitero dei Cappuccini a Palermo.
Oggi il pensiero e il ricordo sono per Pio La Torre, sindacalista, deputato, militante e dirigente comunista.