”Il punto è che tanta insofferenza e disperazione – la prima è figlia della seconda – , non possono essere minimizzate seppellendole tra la violenza dei cretini che vorrebbero segnalare il malessere distruggendo, tra l’altro, arredi, vetrine e il cuore delle attività per le quali, dicono, sono scesi in strada.
Insofferenza e disperazione sono figlie di fattori psicologici ed economici ma sono in larga parte dovute all’illogicità di alcune recenti scelte: a pranzo si sta aperti, a cena no; i teatri o i cinema chiusi perché luoghi non all’aperto, le chiese invece no; alcune categorie di sport giocano, altre dello stesso sport, con campi accanto, no; strade chiuse, metropolitane affollate. Illogiche appunto. Ma quando chiedi sacrifici importanti, devi dimostrare di sapere esattamente dove stai andando e perché lo stai facendo, altrimenti dai il senso di dividere attività e persone in categorie di serie A e di serie B. E sfido chiunque a volersi sentire di serie B o “non essenziale”. Questo alimenta conflitti e lacera un paese, crea sacche di privilegiati contro sacche di “ultimi”. Ed è inaccettabile.
Se all’illogicità si aggiunge l’inefficienza, la frittata è fatta. Perché in questo caso la matrice tempo non è trascurabile.
Nella prima ondata ci siamo stretti nella solidarietà e nel sostegno alle scelte del governo perché la situazione era nuova ed imprevedibile. Oggi questo assunto non vale più. Sono passati mesi e mesi e sentire che i tracciamenti non funzionano, che le Asl sono disorganizzate, che i tempi per gli esiti dei tamponi si dilatano, che i mezzi pubblici non bastano, che gli aiuti economici sono al vaglio, che gli infermieri non sono sufficienti, che le scuole non sono in condizione etc. come ci fa sentire? Ovviamente incazzati verso il “sistema”.
Illogicità e inefficienza provocano rabbia e delusione. E senza la collaborazione e la solidarietà tra noi gente comune, che scattano però se le condizioni psicologiche ed emotive lo permettono, la battaglia sarà molto più dura.
Per cui meglio una sana autocritica da parte di chi ci governa (Stato e Regioni in primis), la correzione di scelte illogiche e un rapido e duro lavoro verso le inefficienze, piuttosto che l’acritica difesa d’ufficio. Così anche noi cittadini ci sentiremo più responsabili e meno in lotta l’un l’altro per evitare di finire in serie B.