Black Lives Matter in Italia è durato lo stesso tempo di cottura di un povero gatto.
È bastato un gatto morto per far ricordare agli italiani che gli immigrati africani tutto sommato sono ancora il “problema dell’Italia”.
In Ghana, se mangi un gatto in mezzo alla strada, ti ricoverano.
Ma ti ricoverano anche se dici che un gatto cucinato in mezzo alla strada è il simbolo dell’arretratezza culturale del popolo di un intero Continente.
E ti ricoverano anche nel caso in cui usi un incidente triste ma tutto sommato irrilevante come la morte di un gatto mangiato da una persona che evidentemente non sta bene, per ribadere che i porti devono restare chiusi e che gli immigrati vanno rimpatriati con i loro usi e costumi degradati.
E pensate un po’ ti ricoverano anche se per difendere il soggetto in questione, che non vedi come persona ma come “povero immigrato eterno bambino, da custodire e coccolare” ti metti a dire che è una questione culturale, immaginando che nel Continente Africano ci sia una fantomatica cultura che prevede la Street food a base di gatto cotto in mezzo a una strada.
Ma ti ricoverano soprattutto se dici che questo episodio è un esempio di come le “culture del terzo mondo” cerchino di terrorizzare e destabilizzare l’identità italiana attraverso pratiche barbariche come l’uccisione di animali domestici.
E ti ricoverano anche se pensi che una persona sia sana di mente se mangia un gatto in mezzo alla strada.
Ergo, in Ghana sareste tutti da ricovero.
Solo in Italia è considerato normale, usare il razzismo e lo specismo per attaccare e mettere in discussione la presenza delle persone nere in questo Paese. Le provate davvero tutte e noi lo vediamo. Ma non ci caschiamo.
Nel Paese che vorrei questa non dovrebbe essere una notizia. La persona interessata dovrebbe essere sottoposta ad accertamenti ed accompagnata in un percorso di guarigione e cura della mente. Nera, bianca, non importa.
La vera notizia qui è che stiamo ancora a parlare di razzismo, e voi come al solito, al di là dei post e dei proclami su George Floyd, non avete proprio capito niente. Vi leggo, e con poca sorpresa constato che continuiamo ad essere dipinti come mostri la cui esistenza vale meno di quella di un gatto sfortunato.
Prima di scrivere Black Lives Matter, imparate l’inglese e fatevi spiegare da una persona nera cosa significa veramente, quel famoso slogan americano che per settimane ha abbellito in quanto accessorio privilegiato il vostro narcisismo e soprattutto, la vostra incosciente ipocrisia.
Non posso credere che le persone stiano davvero parlando di scontri tra civiltà, nazionalismo, cultura, identità e altre caxxate. Dovevate nascere in Ghana, sicuramente qualcuno si sarebbe preso cura della vostra psiche e delle vostre ansie da Paese del Primo Mondo.
Quanto siete fragili.
E confusi.
E pieni di odio.
Se non fossi così incazzata mi fareste quasi tenerezza.